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LA LONGUE BÊTISE FUTURISTA - Critica Liberale/Non mollare, 18 marzo 2024

 

In questi tempi di revanscismo culturale, può tornare utile rileggere i futuristi e le loro scanzonate invettive contro la democrazia parlamentare e il femminismo, evocando perfino una sorta di fecondazione artificiale.

Era l’Italia di oltre un secolo fa. I futuristi provocavano e facevano spettacolo, con quanto dovrebbe farci sorridere.

Altri, oggigiorno, prendono sul serio. Nemmeno Marinetti ambiva a tanto.

 

Niccolò Rinaldi

 

 

Contro l’amore e il parlamentarismo

 

(entra in scena il futurista e a mo’ di comizio pronuncia il suo discorso – accenti sopra le righe, tono esaltato e caricaturale e pause a effetto)

 

Quest’odio, appunto, contro la tirannia dell’amore, noi esprimemmo con una frase laconica: “il disprezzo della donna”.

Noi disprezziamo la donna, concepita come unico ideale, divino serbatoio d’amore, la donna veleno, la donna ninnolo tragico, la donna fragile, ossessionante e fatale, la cui voce, greve di destino, e la cui chioma sognante si prolungano e continuano nei fogliami delle foreste bagnate di chiaro luna. Ah! Ah!

 

Noi disprezziamo l’orribile e pesante Amore che ostacola la marcia dell’uomo, al quale impedisce d’uscire dalla propria umanitá, di raddoppiarsi, di superare sé stesso, per divenire ció che noi chiamiamo l’uomo moltiplicato.

Disprezziamo l’orribile e pesante Amore, guinzaglio immenso col quale il sole tiene incatenata nella sua orbita la terra coraggiosa che certo vorrebbe balzare a casaccio, per correre tutti i suoi rischi siderali.

Noi siamo convinti che l’amore – sentimentalismo e lussuria – sia la cosa meno naturale del mondo. Non vi è di naturale e d’importante che (pausa) il coito il quale ha per scopo il futurismo della specie.

Per questo prevedo con piacere l’entrata aggressiva delle donne nei parlamenti. Dove potremo trovare una dinamite piú impaziente e piú efficace?

Quasi tutti i parlamenti d’Europa non sono che pollai rumorosi, greppie o fogne.

I loro principi essenziali sono: 1 il denaro corruttore e l’astuzia accaparratrice, che servono a conquistare un seggio al parlamento; 2 l’eloquenza chiacchierona, grandiosa falsificazione delle idee, trionfo delle frasi altisonanti, tamtam di negri e gesti di mulini a vento.

Questi poteri danno, mediante il parlamento, un potere assoluto all’orda degli avvocati.

Come ben sapete, gli avvocati si somigliano in tutti i paesi. Sono esseri intimamente legati a tutto ciò che è meschino, futile… Sono spiriti che vedono soltanto il piccolo fatto quotidiano e che sono assolutamente incapaci di agitare idee generali, di concepire gli urti e le fusioni delle razze, né il volo fiammeggiante dell’ideale sull’individuo e sui popoli. Sono mercanti d’argomenti, cervelli prostituiti, botteghe di idee sottili e di sillogismi cesellati.

Per effetto del parlamentarismo, una nazione intera è alla mercè di codesti fabbricanti di giustizia, i quali, col ferro docile delle leggi, costruiscono assiduamente trappole per i gonzi.

Affrettiamoci dunque ad accordare alle donne il diritto di voto. Ah! Ah! È questa, d’altronde, la conclusione estrema ed assolutamente logica dell’idea di democrazia e di suffragio universale.

Che le donne si affettino a fare, con fulminea rapiditá, questa grande prova di animalizzazione totale della politica.

Noi che disprezziamo profondamente i mestieranti della politica, siamo felici di abbandonare il parlamentarismo agli artigli astiosi delle donne; poiché alle donne, appunto, è riservato il nobile compito di ucciderlo definitivamente.

La donna, com’e stata formata dalla nostra società contemporanea, non puó che far crescere in splendore il principio di corruzione inseparabile dal principio di voto.

 

È indiscutibile che se la donna sogna oggidí di conquistare dei diritti politici, è perché, senza saperlo, essa è intimamente convinta di essere, come madre, come sposa e come amante, un cerchio ristretto, puramente animale e assolutamente privo di utilitá.

Ebbene vi confesso che noi forti futuristi, ci siamo sentiti subitaneamente staccati dalla donna, divenuta a un tratto troppo terrestre, o, per meglio dire, divenuta il simbolo della terra che si deve abbandonare.

Abbiamo finanche sognato di poter creare, un giorno, un nostro figlio meccanico, frutto di pura volontá, sintesi di tutte le leggi di cui la scienza sta per precipitare le scoperte.

Ah! Ah! Ah!

 

(chiude con un ghigno minaccioso – si odono applausi da dietro le quinte)

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