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IL MONUMENTO OPERAIO ALLA MULA DI PALAZZO PITTI - Fuori binario,febbraio 2019


I monumenti di Firenze, come buona parte dei monumenti, omaggiano granduchi e condottieri, geni artistici e santi, e aggirandoci tra le sue meraviglie possiamo porci le stesse “Domande di un lettore” della celebre poesia di Bertolt Brecht:


Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?

Il giovane Alessandro conquistò l'India. Da solo? Cesare sconfisse i galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco?

Filippo di Spagna pianse, quando la flotta gli fu affondata. Nessun altro pianse? Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi, oltre a lui, l'ha vinta? Una vittoria ogni pagina. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grand'uomo. Chi ne pagò le spese? Quante vicende, tante domande.


Ma una “risposta” la Firenze monumentale la offre, proprio in uno dei suoi templi del potere, Palazzo Pitti. Nel cortile, in fondo a sinistra, si trova infatti un bassorilievo unico. Il suo protagonista è infatti un animale, e nemmeno il cavallo dei guerrieri in arme o un esotico elefante, ma un umile mulo da lavoro. La tradizione vuole che si tratti di una mula, anche se nella scultura non c’è traccia evidente del suo sesso, pur essendo il bassorilievo ricco di particolari anche minuti. L’animale da lavoro è infatti circondato da una serie di strumenti edili, raffigurando nel dettaglio il cantiere del palazzo: corde, tiranti, carrucole, capitelli da sollevare, tavoli da lavoro, utensili. E intorno, alcuni operai all’opera. È una rappresentazione della fatica di chi ha costruito l’imponente edificio, con al centro la “mula” che dovete faticare più di tutti tanto da morire al termine del cantiere. Quantomeno fu “ringraziata” con l’onore di un monumento e di un’epigrafe eloquente: “Lettighe, pietre e marmi, legnami, colonne portò, tirò, trasportò anche questa lapide”.

Così la Firenze degli ultimi trova una sua antica testimonianza tra i tanti splendori circostanti. Brecht avrebbe apprezzato, e anche noi. Ma il bassorilievo della mula da lavoro e degli operai che sudarono nel cantiere di Palazzo Pitti è solo una goccia di memoria del “vero lavoro” altrimenti dimenticato, un monumento minore e che pochi conoscono – ma che non deve passare inosservato e che anzi merita un laico pellegrinaggio.


Niccolò Rinaldi


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