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LO STORICO BAGNO COMUNALE DI FIRENZE IN UNA VIA DI SANTO SPIRITO, ANZI, ORMAI "VIA DA " DA


Di norma un bagno pubblico è un luogo di grande utilità, ma non di particolare bellezza. Ma a Firenze, in una certa Firenze, anche un posto così doveva avere la sua classe. E poi, in un’altra Firenze, a noi contemporanea, doveva essere sfregiato. Il “Bagno Comunale”, aperto nel 1911 in via sant’Agostino, è un monumento alle politiche sociali dell’epoca, collocato nel cuore dell’Oltrarno, un quartiere popolare dove molte case avevano poca aerazione, mancanza di acqua corrente e di servizi igienici e parecchia umidità.
È un edificio diverso dagli immobili adiacenti, con una facciata giudicata “tardo secessionista”, ricca di fregi che le conferiscono autorevolezza, in particolare due grandi mensole collocate ai lati della facciata, piccole scale d’ingresso protette da una larga cancellata, una porta in legno che trasmette l’idea di una calorosa accoglienza. Colpisce soprattutto lo sforzo, riuscito, di creare uno spazio intermedio tra il “fuori” e l’”interno” del Bagno, una zona di passaggio, quasi di protezione e di transizione, che rende chiara la funzione di rigenerazione della persona che vi entra e la separazione rispetto all’ambiente circostante.
 Tanta delicata attenzione non è durata. A inizio anni Ottanta i restauri devastarono gli interni: distrutte le decorazioni originali, chiuse dall’interno le finestre della facciata, stravolta la distribuzione degli spazi per aprire un piano in più al posto degli alti soffitti dell’epoca.
 Ma almeno, gestito dalla cooperativa di servizi sociali per conto del Comune, il Bagno Comunale ha continuato ad assolvere la sua funzione storica, costituendo un efficiente rifugio per immigrati e “viandanti”, che per pochi centesimi potevano acquistare anche confezioni per la barba, i denti o la doccia. Poi, nel 2016, l’amministrazione decise la chiusura, né è dato sapere cosa ne sarà. Rimane a bella vista la facciata con la scritta “Bagno Comunale”, dizione che era un concetto di comunità solidare verso i più deboli; rimane soprattutto l’ennesimo contenitore vuoto di Firenze – fisico, e qui anche morale.

Niccolò Rinaldi


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