GUIDO PETROCCHI E GISELLA VENDITTI: DUE GRANDI ITALIANI, DUE PERSONE PER BENE, DUE VERI AMICI

Ci sono sciagure collettive che vanno ben oltre il dolore provato. Come il mortale incidente stradale che ha improvvisamente strappato Gisella Venditti e Guido Petrocchi alla vita - per loro così estesa, energica, ricca. Guido e Gisella sono unici. Il loro ricordo appartiene all'eccezionale. Mai vista una coppia - marito e moglie - così affiatata e complice non solo nel lungo percorso d'intimità, ma nell'impegno politico continuo, nell'onestà per loro mai slogan ma organica pratica di vita, nell'amore viscerale per la propria terra - l'Abruzzo, l'alto Lazio, l'Europa vera e attiva - che era massimo grado di amor patrio. L'uno a sostenere l'altro, sempre insieme, e insieme a sostenere la buona politica. Un amore tradotto in impegno costante, e mai e poi mai solo a corrente alternata, magari in prossimità di una campana elettorale. Basta riguardare oggi ai loro profili di FB per apprezzare la quantità e la qualità delle iniziative, delle attenzioni, delle presenze sul territorio. Progetti culturali, lotta per il mantenimento di servizi essenziali come la battaglia per l'ospedale, iniziative imprenditoriali ambiziose per la creazione di lavoro nel rispetto della bellezza paesaggistica, difesa intransigente dell'ambiente, attività culturale a tutto campo e sempre innovativa, progettazione europea, coinvolgimento di giovani, formazione; e fede religiosa con laica passione politica. Guido e Gisella erano, né più né meno, che protagonisti rinascimentali - condividendo, anzi incarnando nel loro impegno, quella circolarità multidisciplinare che diffida delle settorializzazioni. E prima di tutto, una curiosità insaziabile, un continuare a confrontare e apprendere, e ovviamente dare. Curiosità e senso estetico, come accade a due grandi borghesi abituati a stare nel, per, col popolo, indifferenti a ogni classismo. Ho appreso della loro morte in circostanze eccezionali, quasi simboliche: in pieno sforzo fisico. contemplando una di quelle visioni di alta montagna in un raro momento di copertura e di carica del telefono. Ho letto la notizia, già vecchia di qualche ora, appreso il numero impressionante di messaggi da ogni dove. E scioccato sono restato a contemplare - al loro posto - quel paesaggio, quella montagna che ha sempre ispirato Guido e Gisella, sgomento oppure sbalordito che proprio in quei sentieri dovessi apprendere questo destino crudele. E ho pensato che stavo vedendo per loro, con loro, i crinali e sentendo quel "legarsi alla montagna" di cui più volte avevamo parlato insieme. Infatti Guido e Gisella dell'amore per la montagna avevano l'umiltà, la relatività delle cose della vita. Né posso scordare che avevano perfino aperto in Abruzzo un'"Alternativa Montagna" seguendo il titolo del mio libretto che tanto avevano fatto per promuovere localmente e per il quale un pomeriggio viaggiarono fino a firenze per assistere alla presentazione all'Università. Del resto Guido e Gisella viaggiavano volentieri con il loro garbo e la loro militanza: a Milano per il lancio di LiberaItalia, a Roma in mille occasioni, a Bruxelles dove spesso portavano i problemi e le risorse, e addirittura i "casi individuali", dei loro territori. Per Liberi Cittadini, di cui erano fieri rappresenti, la loro scomparsa è un disastro. Ancora di più lo è per la Marsica, l'alto Lazio, per Montepulciano, per quelle loro tante "case", per quella Europa fatta di volontà di popolo che loro animavano sempre. Dovremo essere all'altezza di onorare la loro memoria come si deve. Spero che una strada sia dedicata nei centri dove erano sempre in prima fila per generosità e per il da farsi costruttivo. Ma soprattutto penso ai giovani: guardate all'energia che queste due sagge persone mettevano nell'impegno di una politica di soluzioni e sempre legata alla cultura. Penso ad esempio agli splendidi giovani professionisti che Guido e Gisella coinvolsero da protagonisti nel convegno di Celano sul terremoto - una loro iniziativa che costituì uno sforzo notevole e poi un successo notevole. Penso ai giovani incontrati ad Avezzano per parlare di fondi europei. Penso a chi, in difficoltà, trovava in loro due veri tutori che non volevano lasciare indietro nessuno e che s'indignavano di ogni ingiustizia. Giovani: non lasciate che l'umanita e la passione di Guido e Gisella restino senza continuità. Seguite il loro esempio - seguiamolo. Si scoprirà che il loro è l'unico modo per sfuggire al cinismo dilagante e per vivere con un'idea nobile della vita - come loro hanno vissuto - con pienezza e bene.