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CATALOGO DEL DECLINO




Cinture di sicurezza: ultimi, anzi ultimissimi

Tasso di utilizzo delle cinture di sicurezza in Europa: Francia: 99%, Regno Unito, Germania, Svezia: 98%, Olanda: 97%, Portogallo: 96%, Belgio: 95%, Spagna Lussemburgo: 90%, Grecia: 77%, Italia: 63%.

(7 dimache, 18 novembre 2018)


Morti sul lavoro in aumento

Da gennaio a settembre 2018 sono state 834 le persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro, l’8,5% in più rispetto alle 769 del 2017.

(INAIL)


Poca libertà di ricerca scientifica

L’Italia è in media al 26° posto su 60 paesi per libertà di ricerca scientifica “diritto alla scienza”. In particolare Italia al 29°, e dietro a Vietnam, Iran e Corea del sud, per ricerca scientifica legata alle tecniche di fecondazione; al 53° posto per ricerca sugli embrioni, e al 32° su 35 paesi per ricerca su OGM. (Studio di Andrea Boggio, Bryan University di Boston presentato al XV Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, ottobre 2018).

2050: Italiani merce sempre più rara

Nel 2050 il 34% degli italiani sarà in età da pensione, mentre oggi sono il 22%. Nemmeno l'immigrazione compenserà il calo demografico, che comporterà una diminuzione di ben il 16,7% dei cittadini - il peggior dato nell'UE dopo quello della Bulgaria. (Fondazione Leone Moressa, Rapporto 2018 sull'economia dell'immigrazione)


Sempre maglia nera in europa per quota di Neet

I giovani tra i 18 e 24 anni che non hanno un lavoro né sono all'interno di un percorso di studi sono stati nel 2017 il 25,7% (era il 26% nel 2016), a fronte di una media europea del 14,3%.

Una percentuale simile si registra a Cipro, dove i Neet sono il 22,7%, seguono poi Grecia (21,4%), Croazia (20,2%), Romania (19,3%) e Bulgaria (18,6%). Un tasso Neet superiore al 15% è stato registrato anche in Spagna (17,1%), seguito da Francia (15,6%) e Slovacchia (15,3%). Al contrario, la percentuale più bassa di Neet si registra nei Paesi Bassi (5,3%), davanti a Slovenia (8%), Austria (8,1%), Lussemburgo e Svezia (entrambi a 8,2%), Repubblica Ceca (8,3 %), Malta (8,5%), Germania (8,6%) e Danimarca (9,2%). circa 1 su 5 a Cipro (22,7%), Grecia (21,4%), Croazia (20,2%) , Romania (19,3%) e Bulgaria (18,6%).

(La Repubblica, 15 giugno 2018, su dati Eurostat)




Quasi il paese più vecchio al mondo

Per il terzo anno di fila la popolazione italiana diminuisce: perdiamo 100mila persone rispetto all'anno precedente. Dal Rapporto Annuale dell'Istat emerge che al 1 gennaio 2018 si stima che la popolazione ammonti a 60,5 milioni di residenti, con un'incidenza degli stranieri dell'8,4% (5,6 milioni). Rimane ancora ampiamente positivo il saldo migratorio: nel 2017 in Italia si registrano 184.000 stranieri in più. Ma in totale siamo di meno, e siamo anche più vecchi: l'Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo (dopo il Giappone), con una stima di 168,7 anziani ogni 100 giovani. Per il nono anno consecutivo le nascite registrano una diminuzione: nel 2017 ne sono state stimate 464.000, il 2% in meno rispetto all'anno precedente, nuovo minimo storico.

(La Repubblica, 16 maggio 2018, su dati ISTAT)



Sanità a rischio

I Lea (i Livelli essenziali di assistenza, cioè le prestazioni che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o tramite ticket) "non sono più adeguati a quelli di un Paese civile: dal 2018 al 2019 si passa dal 6,6% a 6,4% del Pil, cioè sotto la soglia del 6,5% definita dall'Ocse come livello minimo per garantire la tutela della salute. In sanità in Europa 14 paesi investono di più, siamo fanalino di coda nel Paesi G7 ma siamo secondi come richiesta ai cittadini. Lo Stato investe meno e i cittadini pagano molto di più rispetto agli altri paesi G7. Le Regioni hanno già raggiunto il pareggio di bilancio ed ora ci state chiedendo un ulteriore taglio di quasi 2,5 miliardi, ma noi vogliamo rilanciare gli investimenti".

(Davide Camparini, assessore al bilancio della Regione Lombardia a nome della Conferenza delle Regioni in audizione alle commissioni speciali di Camera e Senato; fonte La Repubblica, 15 maggio 2018)


Lo spagnolo è più ricco dell'italiano

Nel 2017, dopo tre anni di incrementi più forti, è avvenuto il sorpasso: la Spagna ha raggiunto un reddito pro capite, calcolato secondo la tecnica della parità del potere d'acquisto, di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dollari dell'Italia. Dunque una differenza di oltre 140 dollari.Secondo il Financial Times le cose andranno peggio nei prossimi anni: nel 2022 la Spagna sarà il 7 per cento più ricca dell'Italia. Purtroppo se si guarda a dieci anni fa l'Italia era il 10 per cento più ricca della Spagna.

(La Repubblica, su dati del World Economic Forum, 20 aprile 2018)



30.000 auto blu in Italia - almeno

29.195 auto blu censite in Italia nel 2017 in 6.884 amministrazioni. Ne mancano all’appello ancora 3.280 che non hanno voluto rispondere alla richiesta di dati da parte del governo.

(Ministero della Funzione Pubblica, Censimento delle autovetture di servizio delle pubbliche amministrazioni inserite nel Conto Economico consolidato delle pubbliche amministrazioni - Rapporto 2017)



In fondo alla classifica per investimenti nell'istruzione

La percentuale di prodotto interno lordo che l'Italia destina all'istruzione è del 3,9%, un risultato che ci posiziona al terzultimo posto nell'area euro e al quintultimo nell'intera Ue, Regno Unito compreso. Peggio di noi fanno solo Slovacchia (3,8%) e Irlanda (3,3%), tra i Paesi che adottano l'euro come moneta, e Romania e Bulgaria, rispettivamente con percentuali di 3,7 e 3,4%. In testa alla graduatoria assoluta ci sono invece Danimarca (6,9%) e Svezia (6,6%), tra i Paesi fuori dall'euro zona, e Belgio (6,4%) e Finlandia (6,1%), tra quelli che adottano la moneta comunitaria. Raffrontando invece il risultato dell'Italia con quello degli altri grandi Paesi europei si scopre un distacco molto marcato con la Francia, primatista tra i big del continente, con una percentuale destinata all'istruzione pari al 5,4% del pil.

(La Repubblica, 12 marzo 2018 su fonti Eurostat)


Con la cultura si mangia, ma non in Italia

Con 53 siti, dalle Alpi alla Sicilia, l'Italia è il paese al mondo con il maggior numero di patrimoni dell'umanità tutelati dall'UNESCO. Al secondo posto si trova la Cina, 32 volte più grande dell'Italia e 22 volte più popolata, con 52 siti. Tuttavia l'Italia è appena al 19esimo posto (su 28, Regno Unito incluso) per la percentuale di persone impegnate in settori legati alla cultura. I lavoratori del comparto rappresentano solo il 3,4% del totale e tra il 2011 e il 2016 (il periodo preso in analisi) il numero si è addirittura assottigliato passando dal 3,5% al dato attuale. Viceversa, il resto dell'Europa avanza, anzi corre. Nel vecchio continente sono circa 8,4 milioni i lavoratori impegnati in attività culturali, in crescita del 7% tra il 2011 e il 2016.

Il nostro paese retrocede al 26esimo posto per impiego di giovani fino a 29 anni nel settore della cultura. E arriva addirittura al 27esimo posto per laureati che lavorano nel settore, includendo anche le persone che hanno concluso corsi di formazione professionale post-diploma, di alta formazione artistica e musicale; peggio di noi fa solo Malta.

(La Repubblica, 21 febbraio 2018, su fonti Eurostat)

Medaglia di bronzo per non far niente

L'Italia è il terzo paese europeo per tasso di inattività (34,6%), oltre un terzo della popolazione tra i 15 e i 64 anni è inattiva.

(Francesco Seghezzi, Direttore Fondazione ADAPT, su fonti Eurostat)


I dati sui reati di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali sono in calo. Anzi no.

Le denunce per stalking sono state 8480 tra gennaio e settembre 2017, il 15,76% in meno rispetto alle 10.067 nello stesso periodo del 2016; i maltrattamenti in famiglia sono stati 9818, circa duecento in meno, e le violenze sessuali (di cui oltre il 90% su donne) sono calate dell’1,16%. Eppure non c’è da rallegrarsi. A dirlo è proprio la Polizia. Sono «indici importanti di un rapporto uomo-donna malato, che può pericolosamente degenerare», avverte. E «la riduzione delle denunce, può nascondere un sommerso di paura e solitudine». Un sommerso che nemmeno l’ondata di denunce in arrivo dagli Stati Uniti finora sembra essere riuscita a scalfire. «Quello che viene denunciato è il 4% di quanto effettivamente avviene. È necessaria un’operazione culturale», sottolineaIn Italia tra le donne vincono paura e solitudine. Solo il 4% delle vittime denuncia. Calano le segnalazioni di stalking e di maltrattamenti domestici. I centri antiviolenza: colpa di alcune sentenze e del clima culturale

(Lastampa.it, 21 gennaio 2018)



La verità sulla "crescita": il divario tra Italia ed Europa aumenta

2017

Media zona euro: +2,4

Austria: +3,1

Francia +1,8

Germania: +2,2

Grecia: +1,6

Irlanda: +7,3

Italia: +1,5

Portogallo: +2,7

Slovenia. +4,9

Spagna: +3,1



2018 (previsioni)

Media zona euro: +2,3

Austria: +2,9

Francia: +2,0

Germania: +2,3

Grecia: +2,5

Irlanda: +4,4

Italia: +1,5

Portogallo: +2,2

Slovenia: +4,2

Spagna: +2,6

(Commissione Europea, 30 gennaio 2018)



Garanzia giovani, il paradosso del piano per l’inserimento lavorativo: i Neet sono 2,3 milioni. Più di quando è partito

Quasi 150mila giovani inattivi in più nonostante gli 1,5 miliardi di fondi messi a disposizione dall’Unione europeanegli ultimi quattro anni per finanziare Garanzia giovani, il piano che avrebbe dovuto favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro. Programma che lo scorso luglio è stato rilanciato mettendo sul piatto altri 1,3 miliardi da spendere di qui al 2020. (...) Gli ultimi dati Istat, come rilevato dal presidente della fondazione Adapt Francesco Seghezzi, mostrano che tra il secondo e il terzo trimestre 2017 i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso formativo sono aumentati di ben 205mila unità, toccando quota 2,3 milioni. Sono il 25,5% degli italiani in quella fascia di età, contro una media Ue del 14,2%. Paradossalmente erano di meno (2,29 milioni) nel maggio 2014, quando il ministero del Lavoro attraverso l’Agenzia nazionale delle politiche attive ha avviato la sperimentazione di Garanzia giovani. I soli ragazzi inattivi – quelli che non hanno un lavoro e non lo cercano – sono passati in questi tre anni e mezzo da 1,29 a 1,44 milioni. Secondo l’agenzia Ue Eurofound, il costo sociale dei Neet per l’Italia è di oltre 35 miliardi tra mancati guadagni, gettito fiscale perso e trasferimenti monetari.

(Il Fatto quotidiano, 2 gennaio 2018)



Italia, distribuzione della ricchezza nel 2016

Il 10% della popolazione possiede il 44% della ricchezza;il 50% della popolazione possiede il 9,8% della ricchezza.

(Banca d'Italia, Relazione 2017)



Ritardi nei pagamenti ai fornitori da parte delle amministrazioni italiane

Tra i 41 e i 55 giorni di ritardo per il pagamento delle fatture da parte della pubblica amministrazione italiana, anziché i 30 previsti dalla direttiva europea, e un debito di circa 30 miliardi nei confronti dei fornitori. E questo nonostante che, come nel 2013, Bruxelles abbia concesso "la possibilità di sforare il Patto di stabilità per pagare i creditori della Pa; ma questa opportunità non è stata utilizzata” (Antonio Tajani).

(da La Repubblica, 7 dicembre 2017, a proposito dell’apertura di una procedura di infrazione europea nei confronti dello Stato italiano)


Povertà versus ricchezza

Nel nostro paese vivono oltre quattro milioni e settecentomila persone sotto la soglia di povertà. Cioè che non hanno risorse economiche per sopravvivere dignitosamente. Rispetto al 2007 l’aumento della povertà è stato un turbo- aumento: 165 per cento. Vuol dire che i poveri sono più che raddoppiati, quasi triplicati. è un disastro. Naturalmente l’aumento dei poveri in presenza di un aumento del Pil vuol dire anche un aumento dei ricchi. è un effetto della matematica.

(Il dubbio, 2 dicembre 2017, dal Rapporto Censis, dicembre 2017)



Tasse sulle bandiere, tasse perfino sull'ombra. Più di 240 ore l'anno per pagare le imposte, il doppio della media europea

Attenzione con le promesse: finora si è andati sempre in senso contrario. Confartigianato dice che ci sono 210 scadenze fiscali l'anno. Per non parlare della giungla di norme incomprensibili e contraddittorie. "L'Italia ha, senza dubbio, un numero di imposte superiore alla media europea. In Svizzera ci sono 25 leggi fiscali, la Germania ha 35 testi unici. Noi abbiamo 388 leggi e 396 decreti attuativi. Solo il testo unico delle imposte sui redditi ha 76 mila parole. Dal 1994 il numero di caratteri è più che raddoppiato. Dal 1986 ha subito 1.200 modifiche. Ma tutti i Paesi, Stati Uniti compresi, lamentano gli stessi problemi". (intervista a Ernesto Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, La Repubblica, 11 novembre 2017)



"Paghiamo 1 miliardo di pensioni all'estero, ma hanno versato contributi per pochi anni"

"L'anno scorso sono stati versati 373mila assegni in 160 Paesi. E' un'anomalia. L'Italia riduce le spese sociali degli altri, senza avere un ritorno in consumi". Inoltre accedono a benefici come integrazioni al minimo e quattordicesima dopo pochi anni di contributi.

(Dalla Relazione 2017 del presidente dell'Inps Boeri)




Aumentano le morti per infortuni sul lavoro

Nei primi sette mesi del 2017 sono aumentati gli incidenti e i morti sul lavoro, il cui numero ha raggiunto quota 591, 29 in più rispetto ai 562 decessi dell'analogo periodo del 2016 (+5,2%).

(Dati INAIL, agosto 2017)



Record di giovani “NEET” e di povertà

Il 19,9% degli italiani tra 15 e 24 anni non ha e non cerca un lavoro né è impegnato in un percorso di studi o di formazione. La media europea è dell'11,5%.

Le persone che vivono in “estrema povertà” sono l’11,9% e sono in aumento tra il 2015 e il 2016, unico paese europeo insieme a Estonia e Romania.

La media dei giovani italiani esce di casa e crea una famiglia con propri figli tra i 31 e i 32 anni, mentre la media UE è intorno ai 26 anni.

Contrariamente all'Italia, nell’intera Unione Europea, con più di 234 milioni di lavoratori, e 10 milioni di posti netti creati dal 2013, il tasso di occupazione si trova oggi al livello più alto e quello di disoccupazione al livello più basso dal 2008.

(Indagine 2017 sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa/Esde pubblicata dalla Commissione europea, luglio 2017)



Quasi ultimi in Europa per internet

Italia al 25° posto tra i 28 paesi dell’UE per banda ultralarga: il 12% delle famiglie è abbonato, a fronte della media europea del 37%. Italia al 27° posto nell’UE per percentuale della popolazione che usa internet: il 60%.

(Relazione AGCOM alla Camera dei Deputati, luglio 2017)



Italia paese dei pochi molto ricchi

L’ 1,2% delle famiglie italiane, pari a 307 mila famiglie, possiede il 20,9% della ricchezza finanziaria complessiva del paese.

(Global Wealth 2017, Boston Consulting Group, luglio 2017)



Italiani e stranieri che lasciano il paese e divario degli stipendi

Persi circa 780.000 residenti: tra il 2008 e il 2015 500.000 italiani sono emigrati e 280.000 immigrati hanno lasciato l’Italia.

Cresce la differenza di stipendio per lo stesso lavoro svolto da chi resta in Italia e chi è andato all’estero: gli italiani emigrati con lavori qualificati guadagnano il +29% e quelli con lavori non qualificati il + 48%.

(Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, giugno 2017)



Aumentano gli incendi boschivi e alcune regioni restano senza aerei

Dal 2015 al 2016 +40% di incendi. Marche, Umbria, Abruzzo e Basilicata non hanno nessun mezzo aereo antincendio.

(La Repubblica, 18 giugno 2017)



Cala l’indice di capacità di attrazione degli investimenti esteri in Italia: da 47,8 del 2016 an 40,3 del 2017

Principali cause: burocrazia, tempi della giustizia civile, carico fiscale, complessità normativa.In testa alla classifica Cina, Germania, Stati Uniti, Cina.

(Censis e Associazione Banche Estere)



Aumentate in tre anni del 581% le esportazioni di armi italiane, da 2,1 miliardi (febbraio 2014) a 14,6 miliardi (dicembre 2016). E verso quali paesi.

Di queste solo il 30% hanno avuto come destinazione paesi UE e NATO, mentre quasi il 60% sono finite in Medio Oriente. Spiccano la fornitura di caccia al Kuwait, impegnato nel bombardamento di obiettivi civili in Yemen, di unità navali al Qatar, appena finito sotto embargo americano, di armi all’Arabia Saudita, anch’essa al fronte in Yemen. Per non parlare dei sospetti di sostegno al jihadismo da parte di alcuni di questi paesi e alla richiesta del Parlamento Europeo, votata anche dalle forze di maggioranza del governo italiano, di procedere a un embargo militare nei confronti dell’Arabia Saudita.

(Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento per l’anno 2016 )








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